LE ORIGINI DEL SALUTO

“Amici, vi sono schiavo”

Così si congeda il Cavaliere di Ripafratta ne La Locandiera di Goldoni, salutando il Marchese di Forlipopoli e il Conte di Albafiorita. Sicuramente è una maniera curiosa e quasi esagerata di salutare qualcuno se vista con gli occhi del periodo storico attuale, ma per le persone del tempo – ci riferiamo a circa 300 – 400 anni fa – era di comune usanza utilizzare il termine schiavo per congedarsi in tono cortese. L’ottica era quella di pronunciare una parola che indicasse un’intenzione di messa a servizio, costruendo una cornice gentile alla figura che anticamente i romani chiamavano slavus, schiavo. Nella lingua veneta e in maggior intensità nell’area veneziana il termine volgarmente usato per salutare le persone era s’ciavo, come ad intendere “mi metto al tuo servizio” oppure “eccomi, sono presente e ti ascolto” o anche solamente per salutare chi s’incontrava sul percorso. E come il mare leviga gli scogli, il tempo leviga le parole: s’ciavo ha cominciato a cambiare pelle e a sembrare sempre di più s’ciao. Veniamo così a scoprire le origini di uno dei saluti più comunemente usati nella nostra lingua (e non solo): CIAO. Questo modo di salutare è relativamente giovane essendo entrato di uso comune a fine ‘800 inizio ‘900 e ancora oggi lo utilizziamo quotidianamente per salutare in maniera informale le persone con le quali abbiamo più confidenza o anche solo più semplicemente chimica.

L’atto del saluto è qualcosa di straordinariamente umano: incontriamo qualcuno e il nostro corpo mette in atto un meccanismo di riconoscimento utilizzando più sensi, dal quale nasce l’azione pratica del saluto. Questa azione è una prima presa di contatto, spesso seguita da un contatto fisico vero e proprio.

Con l’ormai non solo più avvento ma sopravvento della comunicazione digitale su quella verbale e fisica soprattutto tra i ragazzi più giovani che spendono la maggior parte delle relazioni nell’ambito digitale, il saluto rischia di scomparire. La velocità infatti sta contaminando lentamente anche l’aspetto sociale e questo è sinonimo di diminuzione delle parole usate per comunicare che a sua volta è rischio di eliminazione di alcune parti di frasi, tra cui l’antico ed unico ciao.

Amici, lettori: non smettiamo mai di salutare. Rimane un modo di mettersi al servizio in un mondo sempre più veloce ed egoista.

Per questo, s’ciavo.

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