Cacciatori agili e leggeri nei dipinti rupestri di diecimila anni fa nei siti dell’altopiano Tassili n’Ajjer in Algeria, Oranti nelle incisioni delle grotte in Val Camonica, figure stilizzate incise nella grotta dell’Addaura vicino a Palermo e i danzatori neolitici alla Roca de los Moros in Catalogna sono tutte raffigurazioni preistoriche di figure umane. Uno degli elementi più strepitosi è la raffigurazione del corpo, un corpo che si muove e svolge attività.
L’importanza del movimento è centrale in queste raffigurazioni, com’era centrale nella vita quotidiana dei nostri antenati. Dobbiamo pensare ad un contesto in cui l’essere umano era tenuto a confrontarsi ogni giorno con la natura e doveva vivere, oltre che sopravvivere. Per noi tutto questo è semplice, esistono supermercati e grandi quantità di cibo a disposizione tutto il giorno tutti i giorni, ma nell’antichità non era così.
Bisogna pensare infatti ad umani nati in una società da costruire ogni giorno, che viveva i ritmi della natura e che erano costretti quotidianamente ad impiegare fortemente il proprio corpo per poter cacciare, costruire e coltivare. È straordinario pensare ad un essere capace di sopravvivere, procreare ed evolvere in una tale situazione: è forse proprio la capacità dell’evoluzione quella che stupisce più di tutte. Il riuscire a destinare delle energie psicologiche e fisiche a dei momenti della giornata in cui dipingere, incidere e danzare nonostante la fatica di ogni giorno è uno degli elementi che rende l’umano preistorico ancora più speciale. Spesso infatti viene associato a tutto ciò che è preistorico un concetto di grezzo, primordiale e selvaggio, ma in verità si rimane sempre meravigliati nello scoprire la raffinatezza di ragionamento di intere generazioni di persone vere e proprie, capaci di costruire la base per la società che viviamo oggi. Pochi semplici uomini e donne della preistoria che hanno vissuto delle difficoltà ben più importanti ed insormontabili delle nostre e grazie ai quali oggi esistiamo e siamo ciò che siamo.
Non è difficile immaginarsi una piccola tribù di poche famiglie che si sveglia all’alba, comincia subito tutti i preparativi per la giornata, organizza gli strumenti, concia le pelli e coltiva. Esce a caccia, mangia ciò che ha trovato e si riposa, poi si ritira ed al tramonto cominciano le danze con la celebrazione delle divinità naturali ed i riti propiziatori. Queste sono semplici idee di ciò che possa essere stato, purtroppo non si potranno mai conoscere dettagliatamente le attività giornaliere di quelle meravigliose società ricche di tanto talento e di forza. In ogni caso è chiaro il riferimento al corpo in tanti ritrovamenti di arte preistorica. L’uomo comincia a capire di essere un corpo che si muove e che sopravvive grazie al movimento e comincia a comprendere che raffigurarsi come corpo probabilmente lo aiuti a prefigurarsi il movimento e a gestirlo con maggiore padronanza.
Un altro elemento straordinario è la creazione di utensili: 2,4 milioni di anni fa circa i nostri antenati hanno cominciato ad usare il movimento per il movimento. La creazione progettata di un oggetto che serve per altri scopi ci riporta in una dimensione di movimento che tramite il corpo costruisce qualcosa che servirà per compiere altri movimenti in maniera più ergonomica e semplice per il corpo stesso.
La meraviglia d’interazione tra il corpo e il movimento ha radici antichissime nella nostra specie, non nascondiamolo.