Il cibo, che si voglia o meno, è parte essenziale della nostra vita, il carburante con cui riempiamo quotidianamente il nostro serbatoio, grazie al quale riusciamo a compiere ogni singolo gesto motorio: dal camminare al parlare, dal dormire al pensare, fino al compimento di impercettibili ma essenziali azioni per il nostro vivere, come battere le ciglia o inspirare ed espirare l’aria.
Mangiare non significa semplicemente deglutire, digerire ed assorbire macro e micronutrienti introdotti con la dieta, bensì si tratta di un processo fine ed allo stesso tempo estremamente complesso che vede il funzionamento simultaneo, coordinato ed interdipendente di tutti i sistemi ed apparati del nostro organismo, i quali necessitano per il loro funzionamento di energia, la quale viene per l’appunto ricavata dalla demolizione del cibo, ovvero di tutti gli alimenti ingeriti.
Secondo il regolamento CE n 178/02, per “alimento” si intende qualsiasi sostanza o prodotto trasformato, parzialmente trasformato o non trasformato, destinato ad essere ingerito, o di cui si prevede ragionevolmente che possa essere ingerito, da esseri umani.
Ogni alimento dunque, compresi gli integratori, i farmaci, le bevande e l’acqua, subisce il processo di digestione, grazie al quale tramite una serie di reazioni chimiche è possibile destinare i nutrienti ricavati dalla demolizione delle sostanze alimentari sia per una funzione prettamente energetica che per un ruolo di riserva o di costituzione di tessuti e membrane del nostro corpo.
Tenendo in considerazione solamente questo breve incipit, mangiare, di per sé, non sembrerebbe costituire un evento caratterizzato da grandi difficoltà; anzi, dovrebbe rappresentare una delle attività più semplici tra quelle alla base del nostro vivere, che si verifica più volte nell’arco di una stessa giornata.
Ma, a dir la verità, non è così.
Il cibo e l’azione del mangiare, soprattutto negli ultimi decenni, sono stati “contaminanti” dal nostro stile di vita sempre più frenetico ed ambizioso. Pretendiamo di compiere pasti che siano veloci da preparare, ma allo stesso tempo gustosi e sempre diversi, ricercando via a via gusti sempre più raffinati e complessi, uniti da accostamenti rari e travolti dalla creatività.
I turni di lavoro stressanti e le giornate di studio interminabili e faticose conducono spesso e volentieri all’adozione di un atteggiamento pigro o sbilanciato nei confronti del cibo e dell’alimentazione, ponendo a riguardo un livello di attenzione troppo scarso o troppo elevato.
Uno scarso interesse ed un conseguente ridotto dispendio di energia e tempo rispetto all’alimentazione comporta spesso una disinformazione o una mal informazione sull’argomento, spesso seguiti da un eccessivo consumo di prodotti definiti “ready-to-eat” ovvero già pronti al consumo al momento dell’acquisto, di prodotti fast-food o junk-food oppure, al contrario, di mal nutrizione (carenza nell’apporto calorico o nutritivo, o entrambi) o denutrizione. I due comportamenti estremi possono ugualmente portare a disturbi alimentari, con un’elevata probabilità di fungere da innesco o cofattore di sindromi metaboliche o altre patologie.
Invece, un’eccessiva attenzione rivolta alla dieta può provocare un focus sbilanciato e preponderante sul cibo rispetto a tutte le altre attività giornaliere o sporadiche che caratterizzano la nostra vita e condizionano il nostro organismo. Anche questo approccio può esser ritenuto pericoloso, in quanto potrebbe divenire deleterio per la psiche e per il giudizio personale ed esterno sulla propria fisicità e sul proprio aspetto estetico.
Non è facile trovare un equilibrio che metta d’accordo cibo sano con cibo buono, pasto veloce e poco costoso con pasto gustoso e vario, corpo in salute con corpo entro i canoni di bellezza imposti dalla società in cui viviamo, tradizione con innovazione e creatività, prodotti a km 0 e basso impatto ambientale con l’integrazione di alimenti intercontinentali.
Non è facile, ma è necessario, per il proprio bene, la propria salute e soprattutto il proprio corpo.
Non si tratta soltanto di estetica, ma principalmente di ben-essere: grazie ai nuovi mezzi tecnologici, alle ricerche medico-scientifiche, alla facilità nel reperire alimenti di ogni varietà e all’emergenza di sempre più figure professionali che accompagnano le persone nella scelta di una corretta alimentazione e di un sano stile di vita, tocca a noi scegliere la via più giusta che ci possa permettere di vivere il più a lungo possibile e nel migliore dei modi.
Ricorda:
– alimentati per vivere (felice) e non vivere per alimentarti
– concediti sporadici pasti “di sgarro”, per premiarti e per festeggiare in compagnia di amici e parenti
– prediligi nella vita di tutti i giorni alimenti grezzi piuttosto che pietanze notevolmente elaborate (la semplicità vince sempre!)
– acquista più materie prime (+) e meno junk-food (-)
– non disprezzare mail il tuo corpo, piuttosto amalo e cerca di rinforzare i tuoi punti deboli
– associa sempre una buona alimentazione all’attività fisica (necessaria!)
Michela Ferro